Terenzio Mamiani: “Carneade! chi era costui?”
Per chi non lo sapesse, come me prima di “incontrarlo”, è stato il primo ministro dell’Istruzione dello stato Italiano nell’anno 1848. Come curiosità era anche cugino di Giacomo Leopardi…
Parto da lui per riflettere sulla nostra scuola “moderna” che è tuttora la fotografia delle riforme di questo funzionario di metà ottocento!
Per unificare gli staterelli dell’allora nascente Italia, Terenzio pensò di affidare l’Istruzione al governo centrale, la manutenzione delle scuole di primo grado ai Comuni e di quelle di secondo grado alle Province (si, questi enti c’erano già allora!)
Pensate, nel 2023, quindi 175 anni dopo, il modello è ancora quello. Il Comune infatti si occupa dei “muri” di Asili, Scuole elementari e medie, mentre la Provincia è responsabile degli edifici che ospitano le Superiori. Nessuna competenza spetta loro riguardo docenti, programmi di insegnamento, formazione, educazione civica, orientamento universitario, inserimento nel mondo del lavoro.
Questo è un grande guaio per le nostre comunità perché le Scuole sono dei silos prestampati a Roma uguali per tutti, avulsi dalle necessità e dai bisogni del mondo reale locale. Era un modello funzionale all’unificazione risorgimentale di metà ottocento. E’ un impianto super obsoleto nel 2023.
Alcuni Sindaci illuminati si occupano anche di favorire l’istruzione dei loro giovani concittadini e la transizione dalla scuola all’università e al mondo del lavoro, altri no. Giudicate voi quanto il vostro ne sia interessato.
Per me interessarsi non significa una scenografica comparsata mordi e fuggi utile ad apparire, bensì prendersi davvero a cuore la Scuola tutti i santi giorni, aiutarla, migliorarla, sbattersi per dare un senso e un valore sempre maggiore allo sviluppo delle migliori competenze dei nostri figli.
A Scuola si costruisce il presente e il futuro, imparando dal passato. A Scuola si consolida la nostra civile convivenza e si prevengono violenze, baby gang, molestie, pestaggi degli autisti, bullismi, disagi psicologici, tossicodipendenze, solitudine (Neet, Hikikomori), autolesionismi e suicidi.
A intenditor poche parole.
Queste sono le piaghe del nostro tempo, silenziate da una retorica del potere che sbandiera il “va tutto bene” a colpi di Selfie e grandi sorrisi.
Parlando di autonomie locali non dimentichiamoci che alle nostre Scuole non basta che il Comune riparari le infiltrazioni d’acqua in bagno. Serve un rapporto diverso per il bene degli studenti, del mondo della scuola, per lo sviluppo della cultura e il rilancio generale del nostro Paese.
Secondo voi come potremmo aiutare le nostre scuole a realizzare al meglio la loro funzione formativa, come la nostra Maria Montessori insegno’ al mondo intero?