Nella sua classe di 25 studenti solo 5 sono rimasti a Treviso dopo la maturità. E’ la testimonianza di una ventenne che ci costringe a guardare in faccia alla realtà attuale. Mi chiede accoratamente cosa intendiamo proporre ai giovani di diverso per invertire questo trend sempre più negativo.
Ascoltando i nostri ragazzi, confrontandosi con loro, pensando a quando anch’io avevo vent’anni, emerge che i bisogni più sentiti dei nostri ragazzi sono in estrema sintesi questi:
1️⃣ AUTOSUFFICIENZA
Significa poter guadagnare prima possibile il giusto, rispetto ai costi della vita, per rendersi indipendenti dalle famiglie di origine entrando in modo stabile nel mondo del lavoro.
2️⃣ TEMPO LIBERO
Sport, musica, spettacoli, hobby, associazionismo e volontariato. Sono le infinite forme del divertimento (dal latino: dis vertere = volgere altrove) che danno un senso più ricco alla vita dei nostri giovani.
3️⃣ SOCIALITA’
Forse il fattore più importante: avere spazi e opportunità per vedersi di persona, conoscersi, stare insieme, creare amicizie, approfondire relazioni, amarsi, creare famiglia.
Il Sindaco per i giovani dovrebbe fare molto-moltissimo, ma qui da noi sta facendo poco-pochissimo. Prendiamo l’esempio dello sport: lo sapevate che nel solo Comune di Treviso ci sono 310 Società sportive? Molti dei pochi impianti sportivi però sono piccoli, vecchi e cadono a pezzi, mentre di nuovi non se ne vedono. La nostra città ha una grandissima tradizione e cultura dello Sport che non viene rappresentata dalla sua politica locale, pronta a sfruttare a suon di Selfie e Post del Sindaco i grandi successi delle nostre eccellenze senza fare nulla per meritarseli. Queste 310 società di cui dobbiamo andare fieri stanno soffrendo tantissimo, insieme a tutti i praticanti sportivi che ruotano attorno ad esse. Il primo obiettivo è aiutarle, ristrutturare gli impianti, farne di nuovi, affidare strutture e responsabilità agli operatori più seri e bravi. La cooperazione pubblico-privato è una grande forza, ma le Società sono del tutto trascurate dall’amministrazione comunale e soffocate da rigide incombenze e inutile vecchia burocrazia, senza alcuna progettualità.
Infine un’ultima chicca: siamo costretti a trasferire gli eventi sportivi di una certa portata nelle palestre dei Comuni limitrofi che ne godono i benefici in prestigio e business del turismo. Treviso, capoluogo di Provincia da 85.000 abitanti perde tutte queste opportunità a favore di Comuni 10 o 20 volte più piccoli.
Non ci siamo, Signor Sindaco, no, non ci siamo proprio.