Mi voglio fare portavoce di una difficoltà crescente tra tutti i trevigiani.
Sono sempre di più i cittadini in difficoltà nell’accedere ai servizi sanitari nonostante la grande disponibilità di tutti i professionisti del settore. Liste d’attesa eterne, carenza di medici di base, assenza di servizi accessibili a tutti in materia di riabilitazione e lungodegenza, esplosione delle rette delle case di riposo.
Queste sono tutte competenze della Regione. Cinque anni fa il sindaco Conte ha raccontato a tutti noi trevigiani che avere un Comune a guida Lega – Salvini premier, quindi “amico politico” della Regione, ci avrebbe garantito maggiore attenzione. Molti gli hanno creduto e per questo lo hanno votato. E adesso? Niente di niente! Una situazione sempre più insostenibile che costringe tantissimi trevigiani a rivolgersi a strutture private o a rinunciare alla salute nel caso in cui non abbiano le risorse economiche sufficienti per potersi permettere esami e cure.
Alla conferenza dei sindaci, l’organismo che dovrebbe decidere su queste cose, dicono che il sindaco Conte, inoltre, lo vedono pochino. Anche questa, come quella sulla sicurezza, era solo propaganda da campagna elettorale.
Conte invece di fare la scenetta di scrivere ai Ministri per nascondere la sua incapacità a risovere i problemi, si faccia sentire in Regione. La realtà è che noi stiamo dalla parte dei trevigiani disperati per questa situazione. Conte da quella dei suoi capi politici che siedono in Regione e che non vuole disturbare. Anche in questo caso vale la regola del 5: farsi sentire in Regione per pretendere una sanità più vicina a tutti i cittadini è certamente una delle cose che non si possono annoverare tra quelle fatte in questi anni da questa Amministrazione.
Io ribadisco il mio invito a Mario Conte a bere un caffè insieme. Non mi ha mai risposto. Boh. Forse non gli interessa parlare di Treviso o forse è spaventato. Del resto devo essere una sua ossessione. Guardate le pagine di oggi sulla sanità. Fa rispondere un ex consigliere regionale che non dice una parola sulle difficoltà di tutti noi cittadini, si limita a darmi del mona. Per carità caro Barbisan, io sarò anche Mona come dici tu, ma una volta che mi hai offeso per i cittadini non è cambiato nulla e i problemi non li avete risolti. Ecco questa politica sterile fatta solo di offese, addirittura di lettere di avvocati, non mi piace. E non piace neppure a numerosi trevigiani che, purtroppo, scelgono per timore di non esporsi.