Sullo stadio il Ministro dello Sport la pensa come me e smentisce Conte
“Lo stadio è un’infrastruttura sociale, è uno strumento di riqualificazione urbana, crea posti di lavoro e rispecchia tutte le caratteristiche per i finanziamenti comunitari. Da ministro sto diventando insopportabilmente intransigente: sulla questione degli stadi è finito il tempo delle scuse, degli alibi e delle difficoltà. Ho la serenità di non essere solo, c’è un governo con me e una logica di multidisciplinarietà con club e territori per metterci ognuno di fronte alle proprie responsabilità. Siamo a un punto di non ritorno. Non si valorizza il senso del tempo, sono ormai anni che sento dire le stesse cose, che si organizzano eventi, ma poi non si arriva a una conclusione. Finora è mancata la forza di volontà, insieme alla sistematicità e alla competenza.”
Queste le parole che martedì 4 aprile 2023 il Ministro dello Sport del Governo Meloni, Andrea Abodi, ha pronunciato ad un incontro, assolutamente, urgente sul tema stadi in Italia.
Nel corso di quel meeting, determinato dalla volontà del nostro Paese di candidarsi ad ospitare gli Europei di Calcio 2032, è emersa una drammatica fotografia degli stadi di calcio italiani che, a differenza di altri Paesi, sono vetusti, in luoghi impropri delle città e soprattutto non sono occasioni di sviluppo e frequentazione sette giorni su sette.
Sono molto soddisfatto delle parole del Ministro, perché vanno esattamente nella direzione che io immagino per la nostra città. Il glorioso Tenni, purtroppo, non è più adeguato, non permette ulteriori sviluppi, non produce indotto ed è collocato nel centro cittadino con tutti i limiti e le difficoltà del caso. Il mio sogno per Treviso è quello di riqualificare quell’area con la creazione di un grande parco urbano attrezzato eventualmente costruendo, contemporaneamente, a Monigo un nuovo stadio, nei pressi degli impianti da rugby, per dare una casa nuova al Calcio Treviso, ma anche per creare un polo di moderna concezione, sostenibile, capace di innescare un volano virtuoso di opportunità, anche economiche per riportare la nostra squadra al rango e alle categorie che merita.
Dobbiamo guardare all’Europa, proprio come ci dice il Ministro dove gli stadi sono dei luoghi per le famiglie con servizi, attrazioni, occasioni per il tempo libero capaci di renderli centrali nella vita della città sette giorni su sette. Capisco che il cuore non vorrebbe lasciare il Tenni, e da ex calciatore e da tifoso sono molto dispiaciuto per certe speculazioni, ma se vogliamo tornare grandi e contemporaneamente regalare alla città un fondamentale polmone verde, dobbiamo avere il coraggio di seguire la ragione.